Una nuova collaborazione fra banche e arte è possibile?

Le banche sono depositarie di moltissime opere d'arte di grande valore e non solo.

Le banche italiane dispongono di un patrimonio di circa 300.000 opere, fra quadri sculture, fregi, fotografie, ceramiche, monete, arredi.
Un patrimonio di valore immenso, non solo monetario, ma anche artistico e culturale, che dovrebbe essere esposto al pubblico o quantomeno ad esso accessibile.

Non solo, le banche sono fra le imprese più ricche e potenti che esistano in Italia, e potrebbero mettere a disposizione dell'immenso patrimonio italiano alcune delle loro risorse, per contribuire a conservarlo, in primis, a restaurarlo e mantenerlo nel tempo, come secondo passo.

Negli ultimi anni qualche sforzo in questa direzione si è visto e comincia ad avere, fortunatamente, un qualche peso nel panorama difficile delle arti in Italia. Un panorama che risente sia della congiuntura economica attuale, sia della cronica mancanza di fondi, dovuta forse anche a miopia nel passato, ma anche all'enormità dello stesso: ovunque si giri lo sguardo, in qualunque città italiana, ma anche paese o anche campagna (si pensi ai reperti archeologici sardi) l'occhio cade su qualche oggetto storico di valore artistico.

Nasce in un contesto di generali difficoltà il MuVir, il Museo Virtuale delle Banche operanti in Italia con l’obiettivo di realizzare una grande esposizione digitale permanente di dipinti, sculture, fregi, fotografie, ceramiche, monete e arredi, custoditi nei palazzi e nelle collezioni private delle banche. Si tratta di oltre 300 mila opere che vanno da Filippo Lippi al Perugino, da Tintoretto a Caravaggio, a Canova, Boccioni, Andy Wharol, a giovani artisti contemporanei che vengono messe a disposizione del pubblico mondiale con un click.

L'opera enorme di digitalizzazione e catalogazione delle opere richiederà tempo, perciò si tratta di un progetto in continua evoluzione, e nella primavera del 2016 aprirà le porte la prima ala digitale del Museo Virtuale, sezione nella quale saranno esposte opere dell'Otto-Novecento.

Il portale del MuVir è già pronto, il museo sarà tridimensionale virtuale e il pubblico potrà muoversi al suo interno, decidendo ogni volta come organizzare la propria visita/mostra personale  potrà condividerla in rete.

Per i visitatori – racconta il Presidente dell’Abi- siano esse scuole, accademie, università, singoli individui, sarà possibile consultare e utilizzare il patrimonio che le banche condivideranno come materiale di studio e approfondimento: ognuno potrà creare un proprio percorso museale autonomo tra i capolavori custoditi dalle banche che partecipano al progetto.

Le opere saranno catalogate secondo criteri globalmente riconosciuti e tali da consentire il dialogo dei dati con quelli della grandi reti culturali mondiali  e le opere, nei casi più rilevanti, saranno corredate da approfondite informazioni storico-artistiche.

Le collaborazioni fra banche e mondo dell'arte oggi si vedono in sponsorizzazioni di grande richiamo, come l'intervento di Intesa San Paolo nel portare l'Adorazione dei Pastori di Rubens a Palazzo Marino per l'Avvento, dove la visibilità data dall'evento all'istituto che la sponsorizza è rilevante.

La vera sfida, oggi, per banche piccole e grandi sarebbe quella di rendersi artefici del sostegno a cause di minore portata ed eco mediatica, come ad esempio la sponsorizzazione di mostre importanti a favore del restauro di Villa Bagatti Valsecchi a Varedo: una realtà locale ma di importanza storica regionale, se non nazionale, e un patrimonio architettonico da conservare a beneficio delle future generazioni, oltre che degli attuali visitatori.

Ma mostre, artisti e luoghi minori sono moltissimi in Italia, e la necessità di supporto non si ferma a Varedo.

1 commenti

Gianbi :
Le banche dovrebbero valorizzare il patrimonio culturale di Musei e siti Archeologici come dovere primario di deve creare nuove opportunità per l'economia italiana. | venerdì 11 dicembre 2015 12:00 Rispondi