Industria 4.0: La Fabbrica del Futuro arriverà in Europa e, in particolare, in Italia?

Grandi avanzamenti nella prosperità a livello globale non arriveranno dai social network e dale app per smartphone: i benefici arriveranno dall’aver reso il mondo che ci circonda più smart: da fabbriche interamente automatizzare, a linee elettriche e di dati efficienti, ai prodotti intelligenti che comunicano con noi e tra loro.

Da molto tempo in Europa gruppi di industriali e loro associazioni stanno facendo pressioni sulla Commissione Europea affinchè essa faccia di più per la digitalizzazione dell’industria, spesso indicata come Industria 4.0. E ora la Commissione sembra pronta a dare il proprio contributo, proprio nel momento in cui si svolge la più grande fiera mondiale dell’industria, la Hannover Messe, in seno alla quale sono stati presentati in questi giorni prodotti e servizi per l’Industria 4.0 che ancora sono lontani dall’essere realtà nella maggior parte delle aziende italiane.

In Aprile la Commissione ha in progetto di far partire politiche per favorire un maggiore coordinamento a livello europeo, per stabilire standard legali più chiari e immettere ben 500 milioni di Euro per lo sviluppo di centri di innovazione digitale. Le nuove misure, spiegate in un documento che si intitola La Strategia Europea per la Leadershio Industriale Europea, saranno presto svelate da Günther Oettinger, il Commissario Europeo per l’Economia e la Società Digitale, ed è il primo passo per un lungo processo.

Il Rapporto dell’EU sulla Digitalizzazione dell’Industria

La competitività industriale europea nel lungo termine è minacciata dal ritardo nella digitalizzazione dell’industria.

“Industria 4.0” si riferisce alla fusione fra le produzioni industriali e l’IT, un trend che gli esperti sostengono avere un potenziale economico enorme. Lo studio di consulenza Roland Berger ha pubblicato uno studio secondo il quale un’intensa digitalizzazione della produzione industriale potrebbe far aumentare il Prodotto Interno Lordo dell’EU di un ammontare fino a  250 miliardi di Euro nel medio termine. Ma le imprese dell’Unione Europea sono rimaste molto indietro rispetto ai loro concorrenti statunitensi e asiatici, a quanto risulta dal rapporto della Commissione, dove è scritto: “Il ritardo nella digitalizzazione dell’industria europea è una minaccia per la competitività industriale europea nel lungo termine, con un impatto significativo sul benessere sociale generale”, sottolineando la necessità di un’accelerazione.

Stando ai piani dell’UE, gli stati membri dovrebbero incontrare due volte l’anno i rappresentanti dell’industria per scambiarsi idee sull’Industria 4.0. Se l’europea vuole vincere la sfida per la leadership dell’industria nell’era digitale, è cruciale avere un approccio paneuropeo nell’introduzione e nel coordinamento della digitalizzazione, che copra sia i livelli nazionali, sia quelli regionali, sempre secondo il rapporto di Oettiger. Il progresso è in ritardo, poichè in quest’area c’è una frammentazione totale, con oltre trenta iniziative nazionali e regionali separate, e questo provincialismo spinto sta mettendo in pericolo la competitività futura.

Ciò di cui hanno veramente bisogno le imprese europee è un ambiente prevedibile, che garantisca che possano immettere sul mercato tecnologie all’avanguardia nell'Europa intera. Sono soprattutto i fabbricanti di macchine utensili e di auto quelli che stanno facendo progressi notevoli nell’Industria 4.0, e l’UE non può permettersi, oggi, di avere 28 framework legali nazionali al suo interno, per quanto riguarda le normative specifiche al settore.

Naturalmente l’impatto che avrà una digitalizzazione rapida in termini di reti di prodotti e di catene di valore aggiunto è difficile da prevedere, e sorgono  già i primi problemi nell’area della sicurezza dei dati e nella questione delle responsabilità legali, così come si sta assistendo a una rivoluzione nelle aree dell’addestramento del personale e delle certificazioni. Bruxelles mira, in questo momento, a fare piazza pulita delle aree grigie legali che sono emerse con le nuove tecnologie.

Per le manifatture di macchinari utensili e di impianti, insieme ai produttori di auto, le sfide sono soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dei dati, per esempio nella manutenzione da remoto e nell’analisi dei dati attraverso i confini nazionali. Questi processi attualmente tendono ad approdare a servizi cloud di grandi compagnie statunitensi, come Apple e Google. E secondo il rapporto, la Commissione Europea sta preparando una robusta cornice legale per regolamentare questo delicato ambito della digitalizzazione.

Inoltre, la Commissione vuole salvaguardare la responsabilità nei sistemi automatizzati, per esempio con i droni e le auto senza guidatore. Per incoraggiare gli sviluppi nei relativi settori, Bruxelles sta facendo pressioni per l’introduzione di aree sperimentali per arrivare a creare regolamenti adeguati, per esempio una fabbrica che usi macchine o robot che non abbiano ancora criteri di validazione legale.

Nei prossimi cinque anni verranno  immessi 500 milioni di euro nello sviluppo di centri di innovazione digitale. In aggiunta, circa 20 miliardi di euro sono stati bloccati per essere assegnati a progetti digitali condotti da partnership pubbliche-private.

Il Rapporto sull’Industria 4.0 in Italia

In Italia il potenziale è molto alto e il Governo ne ha preso consapevolezza, e attualmente sta valutando l’impatto di un investimento nella Manifattura 4.0 compreso tra gli 8 e i 10 miliardi.

 Ma il denaro non è sufficiente: occorre anche avere linee guida precise creare il clima culturale adatto a far comprendere al mondo produttivo Italiano dove e come passerà il futuro.
 
Per favorire la diffusione e l'implementazione dell’Internet of Things (IoT) e dell’Industria 4.0  l’Integruppo Parlamentare per l’Innovazione ha creato degli emendamenti alla Legge di Stabilità riguardanti queste tematiche che sono stati ritenuti ammissibili dalla Commissione Bilancio.
 
Sono state individuate diverse proposte di intervento per armonizzare il passaggio fra l’Industria 3.0 e la Manifattura 4.0 cercando di ripensare tutta la filiera, mettendo in risalto il ruolo delle PMI.  I principali settori produttivi presi in considerazione nel piano industriale predisposto per l’introduzione strategica dell’automazione industriale sono l’agricoltura, il manifatturiero e i servizi. Manca ancora il dettaglio degli strumenti che il Governo intende utilizzare per agevolare l’implementazione da parte delle imprese, e in particolare le PMI, di nuove tecnologie e processi di automazione. Oggi sono evidentemente necessarie politiche fiscali che disincentivino l’utilizzo di tecnologia e macchinari tradizionali e incentivino l’investimento in tecnologia IoT, robotica, favorendo l’automazione del processo produttivo e gestionale. 
 
Occorre un programma di sostegno alla ricerca e sviluppo nel settore IoT e automazione il cui campo di azione non si limiti al mero sviluppo di nuove tecnologie, ma è fondamentale anche ripensare ed elaborare nuovi processi produttivi, organizzativi e gestionali per fronteggiare tutti i cambiamenti che l’Industria 4.0 porterà on sè nei rispettivi campi.
 
Il piano di sviluppo deve essere condiviso a livello internazionale e incluso nel piano strategico dell’UE, favorendo l’innovazione tecnologica ma tutelando anche gli utenti su questioni legate alla cyber-sicurezza, alla protezione dei dati e della privacy.
 
Inoltre vi è la necessità, a livello di Paese Italia, di implementare una strategia di comunicazione che aiuti sia a far comprendere i vantaggi dell’Industria 4.0, creando un clima culturale favorevole, sia la necessità di formare nuove figure professionali, riqualificando gli attuali addetti al settore. Ed è la sfida più grande per il mantenimento degli attuali posti di lavoro a favore di lavoratori già occupati e per la creazione delle figure professionali necessarie in futuro a questo settore così tecnologicamente avanzato.

L’Italia non può permettersi di perdere anche questo treno. Riuscire a far passare nella legge di stabilità delle norme che riguardino la creazione di un clima favorevole tout court alla modernizzazione dei tre fondamentali settori dell’economia italiana è solo il primo passo per traghettare il Paese verso un futuro meno grigio, per farlo crescere nell’IoT e nell’automazione, ma è un primo passo importante per far rinascere la realtà manifatturiera italiana.