EXPO 2015 chiude come un grande successo

La grande fiera Milanese chiude con oltre 20 milioni di presenze, vincendo sugli Expopessimisti, e fornendo una grande occasione di fare rete alle imprese italiane

Palazzo Italia - Expo 2015

Palazzo Italia - Expo 2015

Sabato sera, con la cerimonia di chiusura alla presenza del Presidente della Repubblica, Mattarella, ha chiuso i battenti la grande kermesse ospitata a Rho-Fiera per ben sei mesi.

E’ stata una corsa di grande successo, che ha costituito una grande sfida, soprattutto nei confronti di coloro che ne avevano predetto un flop.

Più di venti milioni di visitatori si sono recati all'esposizone universale dalla sua apertura, il 1 Maggio scorso, quando molti costruttori erano ancora alle prese con il completamento dell’area di 110 ettari alla perfieria di Milano e molti Expopessimisti l’avevano bollata come una costosissima farsa.

Lo scetticismo iniziale è stato seguito da una crescente curiosità, e, se all’inizio i visitatori non erano moltissimi e le code erano pari a zero, anche per la pubblicità negativa dovuta ai frequenti episodi di corruzione e al fatto che alcuni padiglioni non fossero ancora terminati, nelle settimane più recenti l’Expo è stata visitata ogni giorno da decine di migliaia di persone, che hanno fatto file incredibili sia per entrare nell’area, sia, soprattutto, per visitare alcuni padiglioni nazionali, quelli più popolari di tutti.

EXPO 2015 Decumano

EXPO 2015 Decumano

Nelle parole di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, “Expo è stata un grande successo”; il Minostro dell’Economia, Padoan, ha parlato dell’occasione come un cruciale momento di networking e di messa in mostra delle aziende italiane che si aprono agli investitori stranieri. Non solo, secondo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Expo ha dimostrato al mondo che gli italiani possono lavorare come un team ben affiatato.

Commenti delle autorità a parte, Expo, con il suo susseguirsi di architetture innovative, fantastiche, bizarre, interessanti, è stato concepito come una celebrazione del cibo per tutti, l’agricoltura possibilmente sostenibile e la nutrizione sana, con 58 padiglioni di Stati che hanno partecipato all’evento per promuovere la loro imagine internazionale, il turismo e le loro attività relative ad agricoltura, commercio e cibo.

Padiglione Ecuador - Expo 2015

Padiglione Ecuador - Expo 2015

EXPO 2015 - Padiglione Messico

EXPO 2015 - Padiglione Messico

Purtroppo come è frequente in Italia, la costruzione dell’evento è stata macchiata da scandali di corruzione, che hanno sconvolto l’intera manifestazione prima del suo inizio e nei suoi primi tempi, ma che, fortunatamente, alla fine, non sono riusciti a rovinare del tutto l’Expo.

Tanto che le code nei padiglioni più frequentati, come Germania, Emirati Arabi Uniti e Giappone, hanno raggiunto proporzioni immani: il tempo di attesa per arrivare all'ingresso del padiglione in molti casi eguagliava il tempo necessario per il volo verso la capitale dei Paesi stessi. Fatto questo che ha suscita innumerevoli battute e immagini sui social network, e il comico Crozza ha giocato sul fatto che ci sono state coppie che si sono sposate, hanno avuto figli e hanno fatto in tempo a vederli entrare alla scuola primaria prima di poter entrare nei padiglioni sotto accusa

Le code, certo difficili da vedere ordinate in Italia, erano ovunque: per l’ingresso principale, per i padiglioni, per prendere un caffè, per un sovenir, per un pranzo, per ogni cosa. Chiaramente a fare la coda non erano solo gli italiani, ma tantissimi stranieri, in particolare nei periodi che hanno coinciso con le ferie d’autunno prima per i tedeschi, poi per i francesi e infine per gli svizzeri, ma per una volta gli italiani hanno dimostrato al mondo intero di saper fare anche la coda.

Ovviamente non è stato fonte di felicità il dover mettersi in coda per ogni cosa, talvolta per ore, ma si è trattato di una scelta: non solo quella di visitare l’Expo, ma anche quella di rimanere in attesa per i padiglioni sovraffollati, mentre in altri si poteva tranquillamente entrare in pochi miuti. Molti sono stati soddisfatti, altri un po’ delusi, per via del fatto che spesso era tutto hi-tech e non si potevano vedere o toccare i prodotti delle terre lontane, un po’ come guardare un documentario. Alcuni padiglioni erano molto a tema Expo-Feed the Planet, altri completamente fuori tema, un po’ dei bazar di vendita di prodotti tipici, ma non di alimentazione.

Tuttavia, in generale, stando alle analisi dei Social Media e degli Hashtag utilizzati, il 70% circa dei visitatori ha parlato positivamente dell’esperienza, a testimonianza diretta del fatto che è comunque stata un’esposizione di successo.

Rimane ancora il dubbio sulle sorti future del terreno utilizzato per creare l’esposizione universale, alla periferia di Milano, di fronte all’attuale nuovissima Fiera.

In alcuni casi di Expo precedenti, come Hannover 2000 e Siviglia 1992, sono rimaste eredità deludenti, con molti padiglioni lasciati a marcire per mancanza di fondi e di una visione del futuro.

Le idee non mancano: la creazione di un campus universitario, che però richiederebbe molti fondi statali, e altri progetti per i quali non esiste ancora nè un’approvazione, nè una concessione di fondi.

Intanto un po’ di dati: Expo è costato 2,6 miliardi di Euro, ha ricevuto 1,3 miliardi di investimenti pubblici, 0,3 miliardi dagli sponsor e investitori privati, e un miliardo dai partecipanti ufficiali.

Le aspettative di un ritorno economico per l’Italia sono di circa 10 miliardi di Euro, di cui la metà generate dall’industria del turismo. 144 erano gli Stati presenti a Expo, 58 i padiglioni. 116.000 visitatori al giorno, per un totale di circa 20 milioni.

E l’Italia ha anche approfittato dell’occasione fornita dall’Expo per mettere in mostra i propri “piccoli” innovatori: all’interno di Palazzo Italia una stanza era dedicata alle miniature degli innnovatori italiani, scelti uno ad uno dagli organizzatori per la loro creatività nell’ambiente del cibo e dell’agricoltura in tutto il Paese. Uno di questi è Andrea Rosani, un ingengere e imprenditore del Trentino. La sua impresa si chiama Melixa e sviluppa degli alveari innovativi che permettono un monitoraggio smart del lavoro delle api, utilizzand una combinazione di prodotti per l’Internet of Things con sensori di attività, di temperatura, di pioggia, GPS e accelerometri, aiutando così gli apicoltori a tracciare l’attività delle loro api. Ora l’impresa sarebbe occupata a sviluppare un sistema antifurto per gli alveari.

Un altro imprenditore presente fra le statuette è Francesco Curcari, dalla Basilicata, diciottenne al momento dell'inizio dello sviluppo del suo progetto, il “Dizionario dei rifiuti”, il primo motore in Italia dedicato al riciclo dei rifiuti. Usando le sue piattaforme Web e mobile, i cittadini possono facilmente trovare in quale bidone vada un certo tipo di rifiuto e dove portare alcuni oggetti più difficili da collocare, come le batterie. Oggi il suo Dizionario contiene i dati di 70 città italiane, e per Expo è stato tradotto in altre lingue, per renderlo disponibile anche ad altri Stati.

Palazzo Italia - Expo 2015

Palazzo Italia - Expo 2015

Sempre all’interno di Palazzo Italia, moltissime altre start up sono state presentate, all’interno dell’iniziativa chiamata Vivaio delle Idee, e benchè ogni Paese partecipante abbia cercato di enfatizzare le proprie attività e i propri prodotti, alla fine l’impressione è stata che fosse proprio l’Italia, fra mille iniziative all’interno di Expo, convegni, eventi collegati, a puntare sull’immagine della propria innovatività e delle proprie nuove imprese, e pare che, anche secondo la stampa straniera, ci sia riuscita.

Anche l’Albero della Vita, al di là di rappresentare uno show molto carino, è allo stesso tempo un monumento e un inno alla tencologia, con le sue performance di acqua, suoni, ventagli che si aprono, bolle di sapone, fiori che appaiono durante lo show: un gioiellino che pubblicizza grandi capacità tecniche, oltre che creative.

EXPO 2015 - Albero della Vita

EXPO 2015 - Albero della Vita

2 commenti

Gianbi :
Articolo pienamente condivisibile ed in sintonia con il bel discorso di chiusura del Presidente Mattarella. | lunedì 02 novembre 2015 12:00 Rispondi
Graziella Minari :
Finalmente un vero successo italiano fatto costruendo un'ottima squadra di lavoro, esempio da imitare per il futuro. | lunedì 02 novembre 2015 12:00 Rispondi