World Economic Forum in corso a Davos: la quarta rivoluzione industriale
Si tiene in questi giorni a Davos, in Svizzera, la quarantaseiesima edizione del World Economic Forum, il cui tema principale è l'economia digitale e la quarta rivoluzione industriale in atto.

Il Forum accoglie l’élite economica e politica dell’intero pianeta, e si è aperto mercoledì 20 gennaio con circa 2500 partecipanti: grandi imprenditori, direttori di banche centrali, una cinquantina di capi di stato e di governo e personalità della società civile, fra le quali molti attori e alcuni rappresentanti di ONG, si incontrano per quattro giorni nella località alpina svizzera per discutere di questa quarta rivoluzione industriale in atto, quella portata dalla digitalizzazione dell’economia, il tema al centro delle grandi discussioni nel 2016.
L’espansione delle nuove tecnologie, in concomitanza con il progresso nell’automazione dei processi, l’Internet of Things, i “big data” , la stampa 3D e l’economia diffusa, stanno cambiando profondamente la società. Un rapporto del Forum Economico Mondiale, pubblicato proprio in occasione del meeting di Davos, prevede grandi cambiamenti non solo nel modello di business delle imprese e delle economie, bensì anche nel mercato del lavoro, con la cancellazione di circa 5 milioni di posti di lavoro da qui al 2020, e l’annullamento di interi settori dell’economia.
I dati, e i toni, del rapporto sono allarmisti, ma la drammaticità dei fatti e dei numeri presentati è stata volutamente sottolineata in occasione di questo Forum, poiché, secondo gli organizzatori, la rivoluzione è già iniziata ed è nel pieno della sua corsa, ed è indispensabile incominciare a gestire la transizione nel medio termine e creare una nuova manodopera, con competenze adeguate alle nuove richieste del mondo del lavoro, e riqualificare la manodopera esistente al fine di non far perdere il posto di lavoro a chi oggi lavora su settori destinati a svanire o in modi che presto diverranno obsoleti. Se non si mettono in atto nell’immediato futuro misure adeguate si dovranno affrontare, inevitabilmente continui aumenti dei tassi di disoccupazione, differenze socio-economiche sempre più profonde, l’azzeramento della classe media e l’instabilità sociale conseguente.
Gianbi :
L'economia globale ha dei limiti, senza tornare a Marx l'Europa in particolare pur con le sue diversità, dovrebbe essere meglio rappresentata come Stato Unitario per avere una capacità di esprimere opinioni e favorire decisioni nella tutela dei propri interessi. | sabato 23 gennaio 2016 12:00 Rispondi